Boffalora: Naviglio e Grangia Certosina

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Il comune di Boffalora sopra Ticino deve gran parte della sua storia al Naviglio Grande, che attraversa interamente il paese. Le due sponde sono collegate dallo storico ponte di granito, datato al 1603 e riedificato allo stato attuale dopo la Battaglia di Boffalora del 1859, durante la quale venne fatto saltare dagli austriaci nel tentativo di arginare l’avanzata franco-piemontese.
Fino a Boffalora il Naviglio tende a seguire il corso del Ticino, percorrendo quello che potrebbe essere un corso d’acqua o canale pre-esistente. A partire da Boffalora, invece, il canale si incassa, iniziando a scorrere entro argini molto alti in direzione di Abbiategrasso con un andamento perfettamente rettilineo, mostrando l’evidenza di un’opera di escavazione vera e propria. Non è improbabile, dunque, che in conseguenza dell’avvio del cantiere si sia formato quel nucleo residenziale che avrebbe dato origine al paese.
Uno degli edifici più importanti del comune è senza dubbio la Grangia Certosina, i cui resti dell’originale complesso quattrocentesco sono ancora riconoscibili nel porticato, denominato oggi “portico della dogana” che costituisce il sottopasso d’accesso al ponte sul Naviglio. La Grangia era una comunità agricola dedita alla lavorazione dei terreni di questa zona, donati nel 1396 dal duca milanese Gian Galeazzo Visconti ai monaci Certosini di Pavia. Si trattava dunque di una sorta di azienda agricola posta sotto la direzione degli stessi monaci pavesi.
Dopo le conquiste napoleoniche e con la soppressione degli ordini monastici – tra cui quello dei Certosini – i beni della Grangia vennero incamerati dallo Stato e l’edificio fu utilizzato come stazione di posta, trasformato successivamente dagli austriaci in dogana, messa a guardia del ponte sul Naviglio.

 

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