Basilica San Pietro in Ciel d’Oro

Indirizzo: Piazza San Pietro in Ciel d’Oro 2 – 27100 Pavia
Orari: 07-12; 15-19
Tel: +39 0382-303036
Fax: +39 0341 240216
Costo: Gratis
Giorni chiusura: nessuno

Descrizione:

Ecco, a pochi passi dal centro storico di Pavia e dal Castello Visconteo, la splendida basilica romanico – paleocristiana di San Pietro in Ciel D’Oro dove, sotto volte stellate, giacciono le spoglie di Sant’Agostino, eminente teologo del pensiero cristiano, e luogo in cui ammirare alcuni dei più preziosi capolavori della scultura lombarda del Trecento, tra questi l’Arca marmorea di Sant’Agostino.

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La basilica, situata a pochi passi dal centro storico e dal maestoso Castello Visconteo, venne eretta in epoca paleocristiana per volere del re longobardo Liutprando, che nel 724 d.C. realizzò il trasferimento delle reliquie di Sant’Agostino dalla Sardegna a Pavia, riscattandole a peso d’oro dai Saraceni. Queste reliquie, scoperte nella cripta nel 1695, giacciono attualmente dentro un’urna d’argento, ai piedi dell’Arca marmorea al centro del presbiterio. La basilica venne ricostruita nel XII secolo in stile romanico e consacrata dal Papa Innocenzo II nel 1132 d.C. L’edificio, costruito in mattoni, è costituito da tre navate, con falso transetto, dall’abside e dalla cripta. Il nome della basilica, “in Ciel D’oro” deriva dal soffitto ligneo di epoca paleocristiana, con le volte affrescate di blu e decorate da stelle in foglia d’oro. Al centro del presbiterio, sopraelevato sulla cripta, è collocata l’Arca marmorea di S. Agostino, capolavoro della scultura lombarda del Trecento, ornata da 95 statue e 50 bassorilievi, una piccola illustrazione enciclopedica della fede, delle virtù teologali, cardinali e monastiche. Tra queste, alcuni episodi della vita di S. Agostino, uno dei maggiori teologi della Chiesa: la sua conversione, il battesimo amministrato da S. Ambrogio, i miracoli dopo la morte e la traslazione delle sue spoglie a Pavia. La Cripta, sorretta da 24 colonne, è stata ricostruita su tracce esistenti alla fine del secolo scorso. Qui, in un elegante stile bizantino – ravennate, riposa il corpo di Severino Boezio, grande console, senatore e filosofo, vittima, nell’anno 525 d.C., della crudeltà del re Teodorico, e citato da Dante nel X canto del Paradiso. Inoltre, nella cripta desta curiosità l’esistenza di un pozzo, di origini antiche e misteriose, al quale bevvero, ritenendola una fonte benedetta, semplici fedeli, imperatori e re. A destra della cripta, nel piedistallo che regge il grande pilastro, si trova la tomba(il monumento funebre dove riposa il corpo) di Liutprando, re dei Longobardi e, secondo alcuni, fondatore della basilica, come tributo allo splendore che volle assicurare all’edificio promuovendo il trasferimento delle reliquie di Sant’Agostino a Pavia. Attualmente, la basilica è officiata dai monaci agostiniani che sono tornati ad occupare l’antico convento.

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