Descrizione:
Nel cuore della Pavia longobarda, di fronte al settecentesco Palazzo Arnaboldi, trova spazio la basilica di San Michele Maggiore, considerata il più antico e meglio conservato monumento religioso della città. Edificata nel VII secolo quando Pavia era capitale del regno dei longobardi, la chiesa fu distrutta da un incendio nel 1004 e ricostruita in stile romanico, giusto in tempo per ospitare nel 1155 l’incoronazione di Federico Barbarossa a Re d’Italia. L’utilizzo estensivo di un materiale lapideo come l’arenaria, contrariamente al classico cotto romanico, testimonia l’importanza della basilica e la volontà di accentuarne la preminenza sulle altre chiese cittadine, in particolare su quella di San Pietro in Ciel d’oro, riedificata anch’essa nel XII secolo. La basilica di San Pietro, posta a nord del centro cittadino, faceva parte di un importante complesso monasteriale – soppresso da Napoleone alla fine del ‘700 – appartenente all’ordine di San Colombano prima, e a quello agostiniano poi. Proprio del vescovo di Ippona Agostino sono infatti conservate all’interno della basilica le spoglie mortali, custodite nella splendida arca in marmo di Carrara, che rappresenta probabilmente il pezzo di maggior pregio dell’intera città. L’opera scultorea, posta sotto l’abside centrale, fu realizzata nel 1362 sul modello del monumento funebre di San Pietro martire in Sant’Eustorgio, che però supera per dimensioni e ricchezza scultorea. La basilica di San Pietro, caduta in rovina verso la fine del Settecento e pesantemente restaurata nella seconda metà dell’Ottocento, ospita anche altre sepolture illustri tra cui quelle del filosofo Severino Boezio e del re longobardo Liutprando.