Da Sesto Calende a Vergiate, passando per Golasecca… l’acqua, il suo utilizzo e la storia di un territorio che ha radici antiche

Distanza: 19,45
Fondo: misto
Dislivello:
Interesse: Culturali  Naturalistici  
Difficoltà: facile

Percorribilità:

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Descrizione:

Questo sentiero è particolare perchè riunisce più percorsi, offrendo al visitatore la possibilità di spaziare tra diversi paesaggi e diverse situazioni ambientali. Dal Lago Maggiore, si passa alla foce del Fiume Ticino, attraversando la storia passata e recente e inoltrandosi nelle brughiere e nelle pinete, sino ad arrivare alle colline moreniche che fanno da cornice a Sesto Calende e Vergiate.

In questa prima proposta si parte dalla Stazione ferroviaria di Sesto Calende, si arriva sul fiume Ticino, passando per Golasecca si tocca il Monsorino e la Brughiera del Vigano, poi si rientra alla Stazione di Vergiate passando per la Brughiera della Garzonera. E’ possibile percorrere il sentiero anche in maniera inversa 

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DA SESTO CALENDE A VERGIATE, PASSANDO PER GOLASECCA… L’ACQUA IL SUO UTILIZZO E LA STORIA DI UN TERRITORIO CHE HA RADICI ANTICHE…

Il percorso, come detto può avere punti di arrivo e partenza diversi, questo è quello che noi vi proponiamo.

TRATTO UNO 
Lunghezza = 751 mt.
Dislivello = zero
Terreno = asfalto
Transito = percorso aperto al traffico
Mezzo da utilizzare = bicicletta da città o piedi Il primo tratto è un tratto di collegamento.

Una volta giunti alla stazione di Sesto Calende, proprio di fronte si apre la piazzetta (Piazzale della Stazione) e poi la strada che porta verso il lungo fiume. Attraversando la strada Statale del Sempione dal passaggio pedonale si arriva alla parte turistica della Città.
Gelaterie e negozi fanno da cornice ad un via vai di gente che sempre percorre questo tratto tra i più frequentati del Parco. Il paesaggio è interessante ed offre la visione dell’ultima parte del Lago Maggiore e dell’ abitato di Castelletto Ticino in sponda piemontese.
Lungo il percorso si incontra anche l’ufficio IAT (aperto da aprile 2014) e, sulla sinistra, l’idrometro storico che segna le piene del fiume, piene che in alcuni casi arrivarono a 4 metri di altezza dal piano della Piazza. Dopo qualche metro si giunge alla seconda piazzetta e, proseguendo sempre dritto, inizia la strada panoramica.

TRATTO DUE
Lunghezza = 1076 mt.
Dislivello = zero
Terreno = asfalto
Transito = traffico chiuso con autorizzazione solo per i residenti
Mezzo da utilizzare = bicicletta da città o a piedi Il secondo tratto è tra i più belli e frequentati del Parco.

Nelle giornate primaverili ed estive, anche feriali, una fiumana di gente passeggia allegramente lungo questa strada che consente di conoscere la prima parte di fiume. Germani reali, ma anche svassi, folaghe e gallinelle d’acqua, transitano da una sponda all’altra in cerca di cibo o per rinfrescarsi le piume. Una colonia di cigni vi accompagna nel vostro percorso e non è difficile vederli mentre arcuano le ali in posizione aristocratica.
Si prosegue per diversi minuti sino ad incontrare una strada che arriva perpendicolare all’alzaia. Qui vi si propone una scelta. O proseguite diritto sempre sull’alzaia in direzione Golasecca, o come dice il nostro percorso si imbocca la strada che risale.

TRATTO TRE
Lunghezza = 1334 mt.
Dislivello = leggera salita
Terreno = asfalto – sterrato
Transito = aperta al traffico
Mezzo da utilizzare = bicicletta da città o bicicletta da montagna, piedi

Si risale la strada (Via Ticino) e si attraversa il passaggio pedonale posto sulla strada che collega la zona detta della Melissa a Sesto Calende (via Marconi) e si prende la prima strada a destra dopo cinquanta metri imboccando Via Cattaneo e si prosegue. La strada diventa sterrata ed i boschi prendono progressivamente il posto delle case.

TRATTO QUATTRO
Lunghezza = 3244 mt.
Dislivello = accentuato in alcuni casi con pendenze sino al 3 – 4%
Terreno = sterrato, anche stretto con presenza di vegetazione e con fondo in alcuni casi sconnesso
Transito = aperta al traffico – sentiero ciclo pedonale vie verdi
Mezzo da utilizzare = bicicletta da montagna, piedi

Si prosegue sulla strada seguendo le indicazioni della via dell’Ipposidra e si arriva ad un trivio, si passa proseguendo sulla strada diritta non asfaltata (seguire indicazioni Vie Verdi IP), la strada si inerpica in salita e si arriva ad un secondo incrocio (sulla destra c’è il depuratore comunale) da cui si prosegue dritto (via Vecchia). La strada si inerpica ancora di più ed ora il terreno diventa quasi lastricato (sulla sinistra c’è una casa ed una recinzione). Finita la recinzione, al bivio, si prende il sentiero a destra e si segue il percorso E1.
Qui le strade si moltiplicano e bisogna fare attenzione, siamo immersi in un bosco di querce, farnie e con piante di quercia rossa davvero maestose. Sono presenti anche carpini e pini silvestri, mentre il tappeto floristico è composto da vinca minor e da denti di cane. Nel complesso la zona è gradevole all’occhio ed il pianoro che si apre lascia trasparire segnali di attività forestali una volta fiorenti. Si prosegue dritto ed il sentiero si fa più difficile da percorre in bici; arrivati alla sommità si scollina e si scende verso il versante opposto del Monsorino (con presenza di tombe e cromlech risalenti alla civiltà di Golasecca) e si ridiscende sulla strada che dalla Melissa porta a Sesto Calende, nei pressi del ponte autostradale

TRATTO SOSTITUTIVO
Lunghezza = 1423 mt.
Dislivello = zero
Terreno = asfalto
Transito = in parte chiusa al traffico, nell’ultima parte si confluisce sulla strada aperta al traffico che dalla Melissa porta a Sesto Calende
Mezzo da utilizzare = bicicletta da città, piedi

Sino a fine giugno l’area del Monsorino è interessata da lavori di consolidamento della scarpata e da lavori forestali, per cui, necessariamente, alla fine del tratto due si prosegue sull’alzaia panoramica sino al suo termine, in corrispondenza del Campeggio Il Gabbiano. Purtroppo per collegarsi al percorso si deve percorre un tratto di strada (quello che passa davanti al campeggio) pericoloso e con carreggiata stradale ridotta. Fate attenzione e giunti al piazzale della Melissa (in pratica sotto le arcate dell’autostrada) entrate a sinistra e percorrete un breve tratto di strada sterrata che conduce all’altra strada alzaia. Da qui inizia il quinto tratto.

TRATTO CINQUE
Lunghezza = 6222 mt.
Dislivello = zero
Terreno = asfalto
Transito = aperto al traffico
Mezzo da utilizzare = bicicletta da città, piedi

Si scende sulla strada (proprio in coincidenza dello sbarramento della Miorina) e si prosegue. La strada, purtroppo è aperta al traffico, ma facendo attenzione si può godere di un paesaggio interessante ed unico. La costa piemontese ci appare verde ed il contrasto che crea con l’azzurro del fiume, che qui corre incassato in una stretta valle, è particolare e da quadro impressionista.
Siamo ormai giunti nel territorio comunale di Golasecca, un piccolo, ma attivo comune del Parco, che porta con se un ricco bagaglio di storia e di tradizione locale. Da qui venivano i migliori barcaioli del fiume, quelli che conoscevano ogni ansa e ogni rapida e che sapevano condurre i barconi pieni di sale o di legname come abili timonieri. Questi segreti venivano tramandati da generazione in generazione ed in corrispondenza di ogni pericolo per la navigazione, c’era una piccola cappella dedicata alla Madonna a cui dedicare le proprie preghiere. Il tratto è lungo e i punti panoramici da cui fare foto sono numerosi. Ad esempio, gli uccelli acquatici presenti in gran numero, qui trovano il loro paradiso naturale.
Il percorso arriva senza interruzioni sino all’altra diga, quella di Porto della Torre, in corrispondenza della strada che porta da Somma a Varallo Pombia. Prima della strada sulla sinistra, e dopo aver visto a destra la bella area di sosta realizzata dal Parco nel sedime della centrale Enel (in corrispondenza dell’altrettanto bella ed utile “SCALA DI RISALITA DEI PESCI”), ci si inerpica sulla stradina in acciottolato che sale verso il Vigano.

TRATTO SEI
Lunghezza = 3078 mt.
Dislivello = strada di accesso allla Brughiera del Vigano 2-3%, poi pianeggiante
Terreno = acciottolato e sterrato
Transito = percorso ciclo pedonale
Mezzo da utilizzare = bici da montagna, piedi

S’imbocca la strada acciottolata che porta al Vigano (in salita per circa un chilometro) e giunti sul piano si seguono le indicazioni delle Vie Verdi (freccia con sigla VI) sino all’uscita sulla strada che da Somma Lombardo porta a Coarezza (a sinistra) o a Golasecca (proseguendo dritto).
La Brughiera del Vigano è un’area naturalistica di grande importanza e si affaccia su un promontorio che da sul Panperduto e sull’intera Valle. Le vette delle Alpi si stagliano maestose ed il fiume le accompagna disegnando curve e meandri di particolare bellezza.
La brughiera alberata da pini silvestri, castagni e da querce farnie, con una ingressione di specie esotiche (pino rigida e quercia rossa e prunus serotina) si presenta omogenea e nelle praterie si sviluppa il brugo e la ginestra dei carbonai. La tradizione forestale una volta seguiva cicli di taglio ben precisi e caratterizzava l’economia dell’intera zona, mentre su alcuni pini silvestri si riconosce ancora la resinazione effettuata a spina di pesce.
Il sentiero, nell’ultimo tratto segue il torrente Strona ed arriva nei pressi del Molino di Strona da cui parte l’altra parte di percorso.

TRATTO SETTE
Lunghezza = 3730 mt.
Dislivello = zero
Terreno = sterrato, poi da Sesona alla stazione asfaltato
Transito = percorso ciclo pedonale sino a Sesona poi strada aperta al traffico
Mezzo da utilizzare = bici da montagna, piedi

Si attraversa la strada facendo molta attenzione (non ci sono passaggi pedonali segnalati) e dall’altra parte ci si inoltra per l’antica via Ducale, prendendo poi il sentiero a sinistra che costeggia un costa alberata (sulla sinistra). Su questo terrapieno artificiale correva la Ferrovia dell’Ipposidra, un’antica via che permetteva, tramite l’utilizzo di cavalli come forza motrice, il trasporto delle barche, da Tornavento (Vizzola) a Sesto Calende.
Questa struttura è oggi avvolta dalla vegetazione, ma sono ancora visibili i muri di sostegno ed uno dei due ponti costruiti per permettere il passaggio della strada: non per nulla la località prende il nome di “Stazione delle Barche”.
Seguendo il sentiero ci si inoltra nella brughiera che ci appare completamente alberata. Le specie forestali sono essenzialmente la quercia, il castagno, il pino silvestre e sul piano floristico ci sono tappeti di molinia, ginestra e brugo. Il percorso non è difficile, ma lungo, e basta seguire la carta, sino a quando si arriva all’abitato di Sesona, prima alla Via della Garzonera e poi alla via Mairate. (fare attenzione in alcuni punti la brughiera è aperta al traffico).
Alla fine di questa via si prende a destra e ci si inoltra in via Treves che, passando per il piccolo centro, porta alla rotonda sulla Statale del Sempione e da qui alla Stazione ferroviaria. Questo tratto di strada è aperto al traffico e non esistono piste ciclabili per cui bisogna fare attenzione nel percorrerlo

Mappa:

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